POL028
Mauro Curradi

Passato prossimo

Polaroid 28
Febbraio 1999
17 x 12 cm
121 pagine
13 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia Novalito cinquecento esemplari, trentacinque dei quali contengono, fuori testo, un disegno originale di Remo Rachini, realizzato con tecniche varie su carta Conservazione assorbente Canson.

Nota di Giacomo Trinci.

Mauro Curradi è nato a Pisa nel 1925. Ha lavorato a lungo all’estero negli Istituti italiani di Cultura di Tel Aviv, Stoccolma, Addis Abeba, Nuova Delhi e Tunisi. Collaboratore di "Paragone" e "Nuova Corrente", ha pubblicato un volume di racconti, Città dentro le mura (Carucci, 1957), e i romanzi Gli ermellini (Carucci, 1954), Schiaccia il serpente (Mondadori, 1964), Via da me (Mondadori, 1970), Cera e oro (Sestante, 1993), 'Persona non grata' (Edizioni l’Obliquo, 1997).

La storia della bastarda Giulia, di Beppe, di Sergio, del repubblichino Andrea, disegna il luogo precario da cui una generazione borghese devastata dal fascismo, dalla guerra e restaurazione nei primi anni cinquanta, intravede i segni di uno smarrimento definitivo in un tempo che sempre più si avvicina al nostro orrendo presente.
Mauro Curradi ha ritrovato, con manzoniana pietà, la prima stesura di questo Passato prossimo, risalente alla metà degli anni cinquanta, base di un libro che l’esperienza tempestiva di Schiaccia il serpente (1964) interrompe fino ad oggi. Da qui è ripartito, chiudendosi nel velenoso, eppure, per lontananza e distacco, paradisiaco "uovo di serpente", da dove nasce il personaggio-narratore anche dei suoi romanzi successivi: da Via da me (1970), passando per Cera e oro (1993), fino a 'Persona non grata' (1997).
Dietro le cieche vicende dei personaggi, lo sguardo dell’autore cerca la cristallizzazione dolorosa del tempo, attraverso l’evocazione di uno sfondo sonoro che va da Elvis alla voce di Marlene, all’epifanica significazione del cinema che, con le maschere apparse da un Ade rivisitato con celeste mania, si affaccia quasi ad ogni pagina a suggellarne il secco mistero, proprio come gli animali in Bestie di Tozzi, che araldicamente chiudono ogni racconto.
Le virtù di questo singolare scrittore ripetono nelle 'descrizioni' di cui la sua opera è fatta la natura illusoria di un passato morto. Il passato non è mai passato. Basta, come ha scritto Curradi, il "soffio di una voce appannata", come quella proveniente da una commemorazione-concerto dedicata a Billie Holliday (vedi 'il Manifesto', 7 aprile 1995) per farci attenti a quella faglia che passa per il tempo, e sembra tagliarlo dalla parte perduta di noi stessi.

Giacomo Trinci

POL028
Remo Rachini

Tecnica mista su carta
115 x 165 mm
Firma e data a matita sul retro