Ozî 95
Ottobre 2011
17 x 12 cm
55 pagine
ISBN 9788888845883
11 euro
Di questo volumetto sono stati ultimati presso la Tipolitografia S. Eustacchio trecento esemplari, centotrenta (100+XXX) dei quali contengono, fuori testo, una litografia di Franco Guerzoni, stampata a mano su cartoncino Tintoretto Fedrigoni.
Versione di Damiano Abeni e Moira Egan. Nota di Joseph Harrison.
Anthony Hecht (New York, 1923 - Washington D.C., 2004) è stato uno dei più eminenti poeti statunitensi degli ultimi 50 anni, noto soprattutto per i suoi "versi musicalmente squisiti che racchiudono le più buie osservazioni sullessere umano" [dal necrologio del Washington Post]. Vinse il Premio Pulitzer nel 1967 per The Hard Hours e numerosissimi altri premi tra cui il Bollingen Prize, il Ruth Lilly Prize, il Librex-Guggenheim Eugenio Montale Award.
Il poemetto in sei parti I Vespri Veneziani costituisce di per sé un significativo campione dellampio spettro di forme poetiche, toni, argomenti trattati da Hecht, la cui esperienza personale venne segnata dalla seconda guerra mondiale, durante la quale partecipò a combattimenti in Francia, Cecoslovacchia e Germania, e fu presente alla liberazione del campo di sterminio di Flössenburg dove, in virtù della sua conoscenza del francese, ebbe lincarico di raccogliere le testimonianze giurate dei sopravvissuti.
Ne I Vespri Veneziani sono evidenti alcuni dei temi maggiori della sua poesia e della sua poetica - centrate sul contrasto, o piuttosto sulla commistione, di tenebra e luce (e The Darkness and the Light è il titolo della sua ultima raccolta, del 2001) - quali la guerra e lolocausto come specifica espressione del costante flusso di violenza in cui scorre la storia dellumanità; lamore per lItalia e la cultura classica, e labilità di combinare lesperienza immediata con il passato personale e collettivo; le sue straordinarie abilità pittoriche e liriche (si veda, ed è solo un esempio, la scena del temporale nella sezione IV dei Venetian Vespers) collocate in ampie strutture narrative; la sua attenzione per le cose dellamore, viste con costante partecipazione ma anche con mordace disillusione.
Luci. Ho scelto Venezia per la sua luce,
lucentezza leggera, forza ascensionale, la calma
sospensione su tempo e acqua, la sua quiete arcana.
Io, un americano allestero
che campa di dividendi, fronteggio
le acque della laguna nel sole di mezzo mattino.
La chiesa di Palladio galleggia sulla sua pace ancorata
oltre il canale, e la grande chiesa della Salute,
dedicata dai veneziani in ringraziamento
per la liberazione divina dalla peste,
ornata di volute, si distende sul canale.