PSG017
Sabrina Mezzaqui

L’ombra delle cose

(lettere da Pantelleria ottobre 1998 - gennaio 1999)

Passaggi 17
Aprile 2012
24 x 17 cm
45 pagine
ISBN 9788888845982
13 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipografia Grafiche Artigianelli trecento esemplari, centotrenta (100+XXX) dei quali contengono, fuori testo, una fotografia di Sabrina Mezzaqui, stampata a mano su carta cotone da 240 grammi.

Lettere a Carolyn Christov-Bakargiev, Massimo Minini, Francesca Pasini, Adriana Torregrossa, Annalisa Cattani, Sabrina Torelli, Anteo Radovan, Tiziana Di Fonzo, Roberto Daolio, Cesare Viel, Zefferina Castoldi, Mario Gorni, Andrea Sperni, Sandra Mezzaqui. Illustrazioni di Sabrina Mezzaqui.

Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964; artista visiva, vive e lavora a Marzabotto (BO). Collabora con la Galleria Massimo Minini di Brescia (Messaggi inviati, 1999; Il pomeriggio è troppo azzurro, 2001; Quando le parole atterrano, 2006; Giocatori di perle, 2010) e con la Galleria Continua di San Gimignano (Carezze, 2001; Ecco adesso, 2004; Sottolineature, 2005; Mettere a dimora, 2008; ciò che la primavera fa con i ciliegi, 2011). Ha esposto in spazi pubblici in Italia (C’è un tempo, GAM, Torino, 2006; Come acqua nell’acqua, Castel Sant’Elmo, Napoli, 2007; La realtà non è forte, Museo Civico d’Arte, Modena, 2010;...) e all’estero (PSI, New York; Musée d’Art Moderne de Saint Etienne Métropole; Istituto Italiano di Cultura-MOCA, Buenos Aires;...).

Vivere su un’isola significa anche arrendersi alle fatalità, percepire come tutto non è sotto il nostro controllo, che se il mare è arrabbiato non arriva la nave e quindi non ci sono le verdure fresche nei negozi, se il vento è troppo forte l’aereo ritarda e i quotidiani non vengono distribuiti nelle edicole, a volte saltano inspiegabilmente le linee telefoniche e non c’è modo di comunicare immediatamente col mondo fuori, oppure manca la luce e allora è bene di sera tenere una candela o una pila e comunque se non c’è energia elettrica non puoi farti la doccia o lavare i piatti perché l’autoclave dell’acqua non funziona... Qui mi sto adattando a prendere le cose così come vengono, non programmo le mie giornate, accetto gli inviti delle persone più diverse, faccio le cose di cui ho voglia al momento...
E spesso mi ritrovo a pensare: si vive una volta sola.
Qualche giorno fa ho visitato il cimitero di Scauri che si trova su un promontorio a picco sul mare. C’era un po’ di vento che faceva vibrare i vetri che proteggono le lapidi dalle intemperie e, aggirandomi tra le tombe, mi sembrava di essere sulla scena di un film dell’orrore, con i morti che battevano contro i vetri per uscire - tlin-tlin-tlin-tlin... Mi aspettavo di udire da un momento all’altro il fragore di una rottura. Sono uscita dal cimitero e mi sono affacciata sul mare: il tintinnare dei vetri è stato sommerso dal fragore delle onde e dal rumore del vento.
Si muore anche una volta sola.

PSG017
Sabrina Mezzaqui

Fotografia
160 x 230 mm
100+XXX esemplari firmati e numerati