POL016
Boris Vian

Tre racconti

Polaroid 16
Dicembre 1995
17 x 12 cm
32 pagine
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipografia La Grafica cinquecento esemplari, sessantacinque dei quali contengono, fuori testo, un’acquaforte di Rolando Raggenbass, stampata a mano con torchio calcografico su carta Zerkall Bütten.

A cura di Carlo Ghielmetti. Nota introduttiva di Alessandra Coppa.

Boris Vian nacque a Ville d’Avray nel 1920. Nella sua breve esistenza fu ingegnere, poeta, romanziere, musicista jazz, attore, e altro ancora. Considerato una delle personalità più vive e interessanti dell’esistenzialismo francese, fu intimo amico di Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Maurice Merleau-Ponty, e insieme a Marcel Duchamp, Raymond Queneau e Max Ernst, animò i circoli di Patafisica, rilevando quella eredità che Alfred Jarry aveva lasciato ai suoi 'satrapi'. Collaborò a varie riviste, tra cui Les Temps modernes di Sartre, Le Figaro, Combat. Scrisse, inoltre, numerosi saggi e articoli sulla musica jazz, ancor oggi molto apprezzati e studiati. Tra i suoi romanzi più famosi ricordiamo J’irai cracher sur vos tombes (1946) e L’écume des jours (1946). Boris Vian morì a Parigi nel 1959.
Di Vian per le Edizioni l’Obliquo è già apparso Adamo, Eva e il terzo sesso.

Vian nella raccolta di novelle Les Lurettes Fourrées - da cui sono tratti i tre racconti qui tradotti - come in quella delle Fourmis, fa uso di particolari espedienti linguistici come il doppio valore semantico del nome. Ad esempio, la parola Rappel evoca l’espressione tipica della terminologia alpinistica del "discendere a corda doppia", ma nello stesso tempo si riferisce anche all’afflusso dei ricordi nel momento della morte, durante la surreale caduta, per tappe, dalla cima dell’Empire State Building.
Connotata attraverso il nome Allumette, nella seconda novella, l’esclamazione "Al fuoco, pompieri!" è paradossalmente negata, richiamata solo da questa sineddoche.
Nel terzo racconto, invece, il termine Retraité, cioé 'ritirato' dal lavoro, dalla società, dalle armi... dalla vita, è anche riferito a chi, pur battendo in ritirata, è ancora pericoloso.
Vian è un maestro nel costruire il ritmo dei suoi racconti. Nel primo - Le Rappel - si alternano contrastanti ricordi antichi e recenti, in un monologo interiore e indiretto, a volte fuso con frammenti di dialogo.
Il gusto per la suspence caratterizza il secondo racconto, dove l’incombente tragedia è negata da un padre, pazientemente stoico, che gioca con suo figlio, per non traumatizzarlo.
Tutto è pervaso da cinismo, con citazioni prese dal cinema americano western e poliziesco e dal rinnovamento dei cliché linguistici a volte desunti dal mondo dell’infanzia.
[...]
Assurdo e crudele è infine Le Retraité, dove si racconta di tre ragazzi, col gusto della competizione sfrenata e della beffa malvagia, specie nei confronti degli anziani.
Questo provoca un’escalation di persecuzioni che culmina con la vendetta del pensionato che spara con un revolver su uno di loro in una sequenza fra l’horror e il ridicolo. Si conclude con il nero del sangue infantile, per niente innocente, che macchia il marciapiede.

Alessandra Coppa

POL016
Rolando Raggenbass

Acquaforte
165 x 115 mm
65 esemplari firmati e numerati