OZI016
Carlo Pasi

Il senso della fine

Ozî 16
Giugno 1994
17 x 12 cm
93 pagine
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia La Grafica duecento esemplari, cento dei quali contengono, fuori testo, un disegno originale di Paola Sabatti Bassini, realizzato a tecnica mista su carta Magnani di Pescia.

Scrittore e saggista, Carlo Pasi insegna letteratura francese all’Università di Pisa e vive a Firenze. Ha pubblicato vari studi su alcune zone della "letteratura del limite", in particolare su Sade Artaud (Bulzoni, 1981), mentre in un secondo tempo si è occupato di Georges Bataille con il volume La favola dell’occhio (Shakespeare and Company, 1987). Successivamente i suoi interessi si sono orientati verso il teatro con la pubblicazione di un saggio Artaud attore (La casa Usher, 1989) e la realizzazione di un testo teatrale in versione francese Angèle ou de l’extase rappresentato a Parigi per la regia di Jack Coudert.
Per le Edizioni l’Obliquo ha già pubblicato due "racconti visionari" Discordanze (1991) e Mutazione (1993) che costituiscono con il presente testo una sorta di trilogia unitaria all’interno di una stessa ricerca espressiva.
Recentemente ha curato sempre per le Edizioni l’Obliquo il volumetto delle Sei lettere di A. Artaud a A. Breton, con quattro tavole di Sol LeWitt (1992) e per l’editore Einaudi la traduzione di A. Artaud dell’Humpty Dumpty di Lewis Carroll (1993). Suoi scritti e traduzioni sono usciti in diverse riviste italiane e francesi: "In Forma di Parole", "il Verri", "Il Gallo silvestre", "Athanor", "Poesia", "Pleine Marge", "Impressions du Sud".

La luce si allungava sulla pagina. Guardai intorno per riposare gli occhi stanchi. Misuravo la grande solitudine. Anche i muri erano bianchi. Mi accorsi di essermi perduto. Inseguivo gli andirivieni di un fantasma tessendo la mia stessa rete. Dimenticavo il rumore del mare, il vento che fischiava alla finestra. Dimenticavo il corpo immobile, seduto. Quella stanza era ancora la mia? Anche il tempo s’era fermato. Strinsi i denti per ricacciare a morsi la fatica. Allora mi sentii rivivere. Il tempo aveva ripreso a scorrere, essiccare le mie vene. Di nuovo ricominciavano i rumori e tutto mi sembrava inutile.

OZI016
Paola Sabatti Bassini

Tecnica mista su carta
115 x 165 mm
Firma a matita in basso a destra