FCL035

Storia della città di rame

La 556ª novella delle Mille e una notte
a cura di Cristina Campo e Alessandro Spina

fuori collana 35
Febbraio 2007
17 x 12 cm
75 pagine
ISBN 9788888845463
13 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipolitografia Queriniana cinquecento esemplari.

Traduzione dall’arabo di Alessandro Spina. Introduzione di Cristina Campo. Otto illustrazioni.

La Città di Rame ha venticinque porte. Il racconto si può leggere in venticinque maniere diverse e si è sempre ben lontani dall’averle scoperte tutte, ci sono, ed è bene che restino, porte misteriose. Il lettore ne trovi da sé, il racconto lo invita e lo invoglia.

Alessandro Spina

Il libro delle Mille e una notte è, come tutti sanno, un labirinto dai mille ingressi. Qualche volta quel labirinto appare concentrico e un centro potrebbe essere - come un tempo era l’enigma di uno specchio - la desolata e sibillina leggenda della Città di Rame.
Stranamente difficile da raggiungere questa storia, che secondo il computo accettato fu raccontata a ora tarda, nella 556ª notte. Dopo aver letto del vecchio libro cinque o sei esemplari può capitare di non averla mai incontrata. C’è sempre, lì vicino, uno squisito racconto comico, un apologo delizioso; e dopo il settimo viaggio di Sindbad, che la precede, è naturale richiudere soprapensiero il volume. Si direbbe d’altronde che alcune di queste fiabe mutino luogo di notte, come in certe tele incompiute di Leonardo, dove il meraviglioso cavallo non è mai allo stesso posto. Borges accenna, per esempio, a una terribilmente circolare 603ª notte nella quale Shahrazad racconterebbe al re la sua stessa storia, così da rendere il libro infinito; ed è celebre l’avventura atroce che Hofmannsthal riferisce come Il racconto della 672ª notte. Inutilmente oggi cercheremmo queste parabole là dove le scoprirono i due poeti.

Cristina Campo

FCL035
illustrazione tratta dal volume