POL017
Natalia B. Dolgorukaja

Memorie

Polaroid 17
Dicembre 1995
17 x 12 cm
57 pagine
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la tipografia La Grafica cinquecento esemplari, sessantacinque dei quali contengono, fuori testo, un’acquaforte di Giuseppe De Giacomi, stampata a mano con torchio calcografico su carta Zerkall Bütten.

A cura di Anastasia Pasquinelli.

Splendido documento di un’epoca storica travagliata e di una drammatica vicenda umana, svoltesi in Russia nella prima metà del XVIII secolo, le Memorie della principessa Natalia Borisovna Dolgorukaja nata contessa Seremeteva (1714-1771), scritte nel 1767, sono diventate famose nella tradizione letteraria di quel Paese. Alle sue traversìe fa da sfondo la sanguinosa lotta di successione seguìta alla morte di Pietro il Grande (1725), nella quale la famiglia dei Dolgorukie fu direttamente coinvolta: in tali tenebrose vicende si inserisce la drammatica storia d’amore e di morte che ebbe per protagonista e testimone la principessa Natalia.
Proscritta e deportata nella primavera 1730 con la famiglia dei Dolgorukie, ella si trovò ancor giovanissima a dover affrontare subito i disagi e le umiliazioni del lungo, faticoso e avventuroso itinerario da Mosca verso la Siberia, del quale le sue Memorie costituiscono l’argomento centrale. Rimasta tragicamente vedova e tornata infine a Mosca, si dedicò all’educazione dei due figli avuti in Siberia; nel 1762 ella prendeva il velo nel monastero di San Floro a Kiev, dove sarebbe morta qualche anno dopo.

Scritte intorno alla metà del ’700, le pagine semplici, dense e struggenti di queste Memorie portano l’impronta "nuova" del sentimentalismo, tendenza letteraria che, sul modello europeo (Sterne, Rousseau), si andava sviluppando in Russia, per affermarsi, nei decenni successivi, nell’opera del maggior autore di tale corrente, N. Karamzin.
Nuovi generi letterari si presentavano allora, quale quello epistolare, quelli del diario, delle "confessioni", del "racconto lungo" - o "romanzo breve" -, tipicamente rappresentato, in Russia, dal genere dell’antica povest’, rielaborata e rinnovata nel soggetto, nello stile e nella lingua. Ora - cadute le certezze della ragione - dramma e passioni, l’elemento "pubblico" (le vicende storiche) e quello "privato" (la vita intima, personale) si stemperavano in un mondo di varie e sottili emozioni, di affetti, di "sentimenti", espressi dal nuovo "pensiero del cuore", per fondersi nella coscienza ormai moderna dell’effimera durata di ogni esperienza, nel rimpianto doloroso di una fuggevole bellezza.
Alle suddette composite caratteristiche, tutte presenti in questo testo, se ne aggiungono altre, come quella, tipica nella storia letteraria russa, di un innato, robusto realismo; poi una sensibilità femminile raffinata, orgogliosa, unita ad una profonda coscienza morale, espresse con una schiettezza, uno stile, un "carattere", insomma, affascinanti.

Anastasia Pasquinelli

POL017
Giuseppe De Giacomi

Acquaforte
115 x 160 mm
65 esemplari firmati e numerati