fuori collana 63
Settembre 2019
12 x 16 cm
20 pagine
20 euro
Questa edizione è stata ultimata presso la tipografia Grafica Sette in duecento esemplari numerati; ai primi venti è allegata una fotografia di Giorgio Bertelli, scattata a New York nel 1983 e stampata, per loccasione, su carta Hahnemühle Baryta nello studio Gusmeri Fine Art.
Testi di Piero Cavellini, Sandro Lombardi, Fabio Sargentini. Trentacinque illustrazioni in forma di cartolina con opere di Giorgio Bertelli e immagini relative alla sua attività artistica ed editoriale.
Giorgio Bertelli (Brescia, 1957) espone per la prima volta nel 1981 nella galleria Studio 80 di Aldo Bresciani.
Dal 1985 dirige le Edizioni lObliquo.
Giorgio in effetti è stato un editore, anzi no, questo è poco ed ha il sapore di un trafficante di testi ed immagini, è stato un perfetto coniugatore tra la cultura e larte con una visione circonflessa estrapolata da sé come solo un artista può fare.
È stato un uomo che in tutta questa sua attività ha sollecitato gli incontri sia di testi parchi che monumentali con il mondo immaginifico del valore estetico della nostra contemporaneità.
Sta forse in ciò lobliquità che lui ha voluto fosse matrice delle sue produzioni, che lintervento dellartista non fosse mera illustrazione ma il ritratto traslato dello scrittore.
Piero Cavellini
Come piccolo editore di qualità, io che ho pubblicato con Vanni Scheiwiller me ne intendo, hai mostrato fiuto e passione. I nomi degli scrittori e degli artisti che compaiono nelle tue collane sono tra i migliori italiani. E così i poeti che ti cercano e ai quali tu tendi la mano. Non a caso è stato Valerio Magrelli, al quale erano piaciute le mie quartine, a presentarmi a te.
Via via che ci conoscevamo si è creata fra noi una simpatia spontanea basata su unumanità di fondo. È stato allora che mi hai timidamente mostrato alcuni cataloghi di mostre con i tuoi disegni, alcuni realizzati per illustrare i libretti che editavi. Ho subito visto in te un disegnatore dotato di un segno forte. I tuoi soggetti ricorrenti, teschi, croci, bucrani, ex-voto, vulcani in eruzione sgorgano da un magma interiore allo stato puro che si riversa dalla matita sulla carta senza un filtro razionale. Come sai non essendo un critico darte né tantomeno uno psicoanalista non mi azzardo a scandagliare oltre.
Fabio Sargentini
Quanta grandezza in questo editore che si autodefinisce «un piccolissimo editore», in questo pittore che, quando le sue opere sono state acquisite dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, continua nella sua carta da lettere a definirsi «vicepittore»... Giorgio Bertelli non è un piccolo editore (e mi rifiuto di definirlo, come sarebbe volgarmente facile, un editore raffinato); Giorgio Bertelli è un editore gentile, discreto, che non alza la voce, che non impone ma propone, che cerca il lettore che lo cerchi; forse, con termine paradossale, potremmo dire un editore silenzioso, consapevole della propria marginalità.
(Se volessimo azzardare una lettura in termini marxiani, potremmo dire che i libri dellObliquo sono pensati e realizzati in modo da sottrarsi al destino di diventare merce, essendo in essi esaltata proprio quella «differenza qualitativa», quellartigianalità, quel taglio umano-individuale che Lukács vedeva minacciati nei manufatti del modo di produzione capitalistico. E volendo restare in ambito lukácsiano, è evidente che alla base del lavoro di Bertelli sta la ricerca di un «sentimento non alienato della vita», un tentativo di sostituire leconomia del dono a quella dello scambio tipica dei modi di produzione capitalistici.)
Sandro Lombardi