FCL039
Alessandra Ruffino, Giovanni Tamburelli

DEDIZIONI

fuori collana 39
Gennaio 2008
17 x 12 cm
50 pagine
ISBN 8888845623
11 euro

Di questo volumetto sono stati ultimati presso la Tipolitografia S. Eustacchio trecento esemplari.

Nota introduttiva di Federica Capoferri. Quattro disegni di Carol Rama.

Alessandra Ruffino, piemontese, è dottore di ricerca dell’Università di Torino e membro del "Centro Studi Archivio Barocco" dell’Università di Parma. Studia da anni gli ambigui e golosi spazi di rapporto tra arti figurative e letteratura, con particolare passione per l’età manierista e barocca. Ha pubblicato, tra gli altri, studi su Andreini, Lubrano, Faldella e Patrizia Valduga. Ha curato la prima edizione moderna dei Grotteschi di Giovan Paolo Lomazzo, Il Passaggio per Italia del pittore Federico Zuccari, nonché studi iconografici originali per La Galeria e La Sampogna di Giovan Battista Marino. Ha collaborato con alcuni musei piemontesi, tra cui la Fondazione Accorsi di Torino e il Museo Borgogna di Vercelli, e diretto due edizioni della manifestazione "Fontanellato specchio d’arte".

Giovanni Tamburelli (Torino, 1952) artista e poeta, vive e lavora a Saluggia (Vercelli). A partire dal 1996 ha esposto le sue opere in varie città italiane ed estere; nel 2003 è uscita per l’editore Allemandi Mirò l’ampia monografia Io sono un Camaleonte, a cura di Marisa Vescovo. Nel 2005 la sua mostra Mythologie des songes (Paris - Torino) è stata accompagnata da un catalogo con testi del Premio Goncourt Frédérick Tristan e di Martina Corgnati; nel 2007 una sua personale a Lugano è stata presentata da Sebastiano Vassalli. Ha pubblicato il poema La creazione (Milano, Arcadia 1991) con note introduttive di Giampaolo Dossena e Lodovico Terzi, e vari libri d’artista illustrati da Weiner Vaccari, Aldo Mondino e altri. Collabora alle edizioni d’arte de Il Pulcinoelefante (Osnago); in corso di stampa il suo Fabulario (Milano, Viennepierre)

La cerimonia

Seguita dal fidanzato, Idolina Pace entrò silenziosa nel suo appartamento. Si sfilò quindi una scarpa dal lungo tacco e aguzzo, e la posò sul tavolino della sala. La vernice della scarpa rosseggiava come la brace nella penombra.
Idolina si sedette in poltrona e - coi sorvegliati gesti di una cerimonia - aprì con indolente lentezza le gambe. Spostò poi, senza una parola, l’esile filo del suo perizoma per svelare la cocleata corolla, riposta e preziosa come un’aurora in uno scrigno.
Il ragazzo, che con avida attenzione aveva seguito ogni mossa, si toccava già da qualche istante. Quanto più ingagliardiva la sua cresta d’avvoltoio, tanto più accelerava il movimento del polso.
Era ormai sull’orlo della follia, quando un carnevale d’argentee scintille inondò il tavolino.

FCL039
Carol Rama, illustrazione tratta dal volume